Proprio stupida!

Devo attaccare in casa un paio di cartelli; il primo sarà:
-QUANTO SONO STUPIDA!-
Ma grande! Grande grande!
Perchè si deve essere proprio gnucchi irrimediabili per non vedere quello che invece è davanti al mio naso e mettere a fuoco tutto solo quando negli occhi ho il dolore degli altri.
STUPIDA! ED EGOISTA!
La vita è generosa con me. Devo stamparmelo in faccia, in un sorriso, racchiudere tutto.

E basta!
Sandra

Al lavoro!

Si, è vero, confesso: ci sono giorni, molti giorni, in cui dubito di alcune scelte fatte, metto tutto in discussione, mi chiedo se sto percorrendo proprio la mia strada. Sono al posto giusto? Ho preso il treno per il quale ero predestinata? E adesso? Faccio bene a vedere le carte o dovrei rischiare?
A volte me lo domando, a volte lascio scorrere.
Altre volte mi accorgo di aver inavvertitamente lasciato aperta la porta che conduce alla mia coscienza e se ci entra una canzone, cosa peraltro non così difficile dato il mestiere che faccio, ecco, non svaniscono i dubbi ma mi ricordo come ho cominciato e perchè. E il cerchio si chiude.
Non sono sempre fiera, ma riesco a darmi dei motivi. E credo sia abbastanza.
Perchè per il resto ho tutto. Ho la fortuna infinita di poter trascorrere quasi ogni mio singolo giorno con tutte, ma davvero tutte, le persone per me vitali. Se poi ci sono aspetti della mia vita che, come per tutti, non raggiungono la sufficienza, la vita sarà pure fatta per lavorarci, altrimenti sai che noia!
Al lavoro, quindi, ma con serenità.
Sandra

Tu ce l’hai un sogno?

Ho un sogno stropicciato in tasca.
L’ho riposto lì, distrattamente, dopo averlo tenuto in mano tanto tempo. La mano sudata l’ha sbiadito un pò, come succede al foglietto della spesa che porti con te per esser certo di non dimenticare niente, poi però tra i banchi, gli scaffali, le offerte, capita che si abbia bisogno di mani libere così il foglietto finisce in fondo alla tasca del jeans, un pò accartocciato.
La vita scorre.
Una sera guardi il soffitto bianco e credi di aver chiuso gli occhi sulla giornata quando invece stai solo tornando indietro con la memoria. Ricordi giorni, impressioni, sensazioni, odori, e battiti del passato.
E’ strano e profondo lo sconcerto di accorgerti che tu non sei solo la persona che vedono gli altri, ma anche la persona che avresti voluto e potuto essere se avessi continuato a credere nel tuo sogno.
“Tu ce l’hai un sogno?” – “Ce l’avevo. Devo averlo dimenticato nella tasca di qualche pantalone…non so..forse lo ritrovo ma secondo te mi serve?”
Quando sei sulle montagne russe e inizia la discesa all’inizio credi di poter controllare la situazione ma ci vuole poco a capire che in realtà devi lasciarti portare. Tu non decidi nulla del percorso. Accetti di farlo e..che Dio ce la mandi buona.

Sandra e il suo sogno sbiadito

Il coperchio

Quando ero decisamente più giovane avevo la messa a fuoco sui miei pensieri davvero molto ben regolata; nulla che attraversasse il mio cuore o sfiorasse la mia anima restava “oggetto non identificato” per molto tempo. Forse perchè avevo molto tempo per riflettere, fatto sta che pensavo tanto e capivo abbastanza; di me, naturalmente. Sono sempre stata molto fiera di questo perchè è così che sono cresciuta ed ho anche superato ostacoli e difficoltà del momento, ho operato cambiamenti che mi hanno portata ad essere quella che sono. O che ero.
Perchè oggi non trovo più quella caratteristica che mi era tanto utile a non ristagnare nelle cose e nelle sensazioni. Se mi fermo (e già fermarsi in questo momento è difficile) ho l’impressione di essere in un vecchio e intasato ripostiglio; a casa mia si chiamava ” la stanza di sgombero”. C’era qualsiasi cosa non trovasse una collocazione consona fuori di lì e per un bambino era una stanza anche molto interessante. Crescendo è rimasta la stanza in cui andavano le cianfrusaglie; chiuse lì dentro fingevi non fossero in casa e l’idea liberava spazio anche nella mente. Ecco, io sono nella stanza di sgombero a cercare ciò che ho perso, solo che non lo trovo. E rovistare non ha mai fatto per me, nemmeno nei mercatini in cui, se rovisti bene, fai l’affare del secolo.
Così esco dalla stanza e continuo a sentirmi come una pentola che bolle e fa sobbalzare il coperchio. Se qualcuno lo togliesse almeno sbollirei e forse uscirebbe la condensa per lasciare il risultato di un lungo lavoro…
Finchè non riuscirò a togliere quel coperchio temo sarò anche a corto di troppe parole e faticherò a metterle per iscritto qui..
Come si toglie il coperchio?
Sandra

Video

Anchea voi capita di desiderare di essere la protagonista, senza voce, di un film?
Chiudo gli occhi, in genere metto le cuffie, e ascolto. Immagino scene di me e della mia vita che funzionano o forse no, ma che scivolano via con la colonna sonora che ho nelle orecchie e tutto sembra possibile. Che dite? Che sembra tanto un qualsiasi video musicale? Già…
è così..
mi sento la protagonista muta di un video…
no, non mi ci sento, ma a volte vorrei, perchè nei video sembra sempre tutto facile, e soprattutto così concentrato da farti comprendere meglio ciò che sta accadendo e se la fine non è delineata quasi quasi riesci ad intuirla.
Insomma..una scorciatoia…
Scusate…vado a immaginare il mio video, c’è Iris dei Goo Goo Dolls 😉

Sandra

Luglio col bene che ti voglio…

…sei arrivato anche tu; con un bel calcione hai mandato a farsi friggere questo mese di giugno che ci ha vergognosamente fatti uscire dai Mondiali 2010, che ci ha introdotti in una estate che si è fatta abbastanza attendere e che proprio in queste ore, invece, come al solito, ci fa quasi sognare il vento di fine settembre.
Arrivi tu e le vacanze non sembrano più un miraggio, una illusione per poveri impiegati della vita che devono attendere ancora troppe settimane per sentirsi davvero padroni della propria libertà.
Qualcuno già ha fatto le valigie e ha volontariamente lasciato a casa l’orologio.
Qualche altro aveva sogni e desideri che ha visto infrangersi in queste settimane e ora deve rimettere in piedi i cocci o quel che resta del suo cuore stropicciato.
Io inizio a sentirmi, finalmente, meglio.
Sono più lucida, serena, obiettiva.
Non lo sono stata in questi ultimi due mesi, ma non è stata colpa mia, permettetemi di dirlo. Non potevo esserlo.
Ora ritorno a vedere la mia realtà.
Meravigliosa.
Certo..anche io sogno le vacanze e sogno delle vacanze che non farò mai, o mai più; sogno di dormire come facevo quando abitavo ancora coi miei genitori, sogno di farmi una doccia lunga 3/4 d’ora e non 5 minuti, sogno di mangiare con tutte e due le braccia appoggiate al tavolo e non con metà del corpo impegnato a dondolare una neonata, mi chiedo se capiterà mai più di uscire, fare una passeggiata, incontrare gli amici per strada e fermarsi a bere un aperitivo in leggerezza..
Ma poi penso che ho 35 anni, due figli che adoro, un marito che se non fosse con me lo starei ancora cercando proprio così com’è e ho chiaro davanti ai mei occhi che se fossi la 35enne rampante, in carriera, mondana e libera, sarei terribilmente infelice, perchè ciò che per me è più importante è sicuramente quel che ho oggi, che mi costringe a mettermi alla prova ogni giorno e spesso uscirne miseramente sconfitta, ma con un obiettivo, sempre.
Oh! ho detto che la mia attuale vita è tutto ciò che per me è più importante, ma non ho detto che non ci sia altro per cui…continuo a sognare ad occhi aperti (anche perchè se chiudo gli occhi mi addormento in 3 nanosecondi e addio sogni di vite parallele).
E a voi come va? Vivete o sognate?
Sandra

Specchio specchio…

…non andiamo d’accordo in questo periodo.

Ti ostini a riflettere una immagine con cui non voglio fare i conti e al di là delle curve troppo accentuate sono i percorsi interni che non voglio vedere riflessi.
Ho qualche problema a superare la superficie ed andare oltre, cosa che, peraltro, sono certa, mi aiuterebbe a trovare equilibrio, eppure…sono nel mio bozzolo e non apro a nessuno.

Ferma…calendario fermo, orologio incantato…aspetto che finisca la pubblicità…

Sandra

Con le parole di altri…

…mi rifaccio viva dopo che la mia principessa è uscita dalla sua piscina e ora abita a casa con noi.

“La decisione di mettere al mondo un figlio è determinante. Significa accettare di avere per sempre il tuo cuore – a passeggio – fuori dal tuo corpo…”

Prima o poi tornerò del tutto….

Sandra

Sarò Creativa

11 aprile 2010, ore 17-20.
Inizia l’ultima diretta del week end prima di aprire un nuovo capitolo della mia vita. Quello che sto per chiudere è fatto di una famiglia di 3 persone. Presto saremo in 4 e tra qualche tempo farò fatica a ricordare com’era vivere senza la creatura che oggi ancora non conosco ma che sto aspettando con ansia e curiosità si affacci al mondo lasciando la sua piscina nel mio corpo.
Spero che oggi siate in tanti all’ascolto così che possa salutare la maggior parte di voi, visto che prevedo di essere, per le prossime settimane, un pò impegnata. Diciamo….abbastanza impegnata da non ruscire a seguire blog o altri mezzi di comunicazione moderni 🙂
E con questa ultima affermazione mi merito anche il commento: ” va bè, Sandra, non è che ultimamente tu sia molto presente”. Avete ragione…ma spero che anche questo cambi, in futuro. Sono troppo ottimista? Se oggi sono impegnata domani potrà solo essere peggio avendo due nani in casa invece di uno?? Gulp…non mi terrorizzate, su!!
Torniamo alla mia vacanza “creativa”.
Sarò lontana dalla diretta solo per poco, tutto sommato. Non posso darvi una data certa di ritorno in onda, ma penso che farete a meno della mia voce solo qualche settimana.
Per cui…fate i bravi, vi penserò e comunque qualche puntatina la farò sicuramente appena potrò e soprattutto appena riuscirò a prendere aria dalla mia apnea familiare 🙂
Grazie dell’affetto e del sostegno che mi date e che avverto forte.
Vi abbraccio.

Sandra

Così incinta…

…non lo sono mai stata.
Perchè è vero che ho già un fantastico nano di 3 anni e passa, ma lui a questa epoca di gravidanza era già nato e non proprio perchè lo avesse deciso lui, quanto piuttosto una criminale di ginecologa che non aveva intenzione di essere reperibile ogni giorno delle feste di quel Natale, per cui programmò per benino tutto affinchè due neogenitori come eravamo io e il Capitano credessero che era assolutamente necessario intervenire con un taglio cesareo. Che naturalmente ci fu, 3 settimane prima del dovuto. E di quell’episodio porto cicatrici di cui una sola visibile sul corpo.
Il mio cucciolo, appena venuto alla luce, fu preso, allontanato, tenuto da solo in una culletta per essere stabilizzato perchè, mentre la dottoressa preparava i bagagli per le sue vacanze, lui aveva difficoltà respiratorie e senza nemmeno sentire un attimo l’odore di sua madre o le mani di suo padre, fu trasferito in un’altra struttura, in Terapia intensiva neonatale, dove trascorse il suo primo giorno, il suo primo Natale, il suo inizio di vita, i suoi primi 10 interminabili giorni.
Infiniti minuti, ore, giorni, di dolore dentro e fuori il corpo nostro e suo.
Da allora tante cose sono successe. Una lunga strada è stata percorsa dai componenti di questa famiglia, io in prima fila. Tanti tasselli sono stati messi al loro posto. Si è studiato e letto molto e cercato un modo e degli strumenti concreti e virtuali per convertire l’iniziale desiderio di rivalsa in energia posivìtiva da sfruttare al momento giusto.
Mai stata così incinta perchè questa gravidanza è mia, è nostra; questa bambina che ancora per qualche giorno nuoterà dentro di me, nascerà quando lo vorrà, nel modo più naturale possibile, rispettata, lei e sua madre, senza che mani estranee possano invadere, inquinare, decidere, appropriarsi. Così aspettiamo.
E se un pò di paura immagino sia normale per ogni donna che sa che presto dovrà misurarsi col suo peronale limite fisico, toccare il dolore al massimo della sua espressione, forse il desiderio di conoscere questa creatura, forse l’incoscienza, forse la voglia di mettermi alla prova come bis-mamma, non mi fanno avvertire la paura come prima emozione. Probabilmente avrò tempo di ricredermi 🙂

Insomma questa Pasqua ha in sè il dolore di molti, lo sgomento della sorpresa, il segno di ferite di fronte alle quali non ci siamo saputi difendere, ma in certi casi anche la speranza, che domani non sarà così, o almeno non sempre.
Qualunque sia la vostra Pasqua, tanti auguri amici. Io cercherò dentro me un equilibrio per accogliere la mia piccola come è giusto che sia, per darle un inizio degno e rispettoso della vita, ma al tempo stesso non perderò il contatto con chi ha bisogno di sapere che in questo mondo non è vero che esiste solo l’indifferenza.
E perdonatemi, ma ho proprio bisogno di dire che, di fronte a tutto questo, il resto è davvero nulla. Ora conta la vita, quella che pulsa, di fronte a cui ci specchiamo ogni giorno e che non brilla di luci finte e di paillettes.
Il resto è il contorno, senza cui forse non compriamo da mangiare, ma che non riesce più a nutrire le nostre anime.
Buona Pasqua di emozioni.

Sandra