Messa a fuoco

Ho 33 anni. Da quasi 13 ho rivisto gran parte della mia vita e ristabilito le mie priorità orientando il mio lavoro verso il mondo della comunicazione.

Ho iniziato a studiare come si comunica; come si parla in modo convincente e, soprattutto, in modo da farmi ascoltare, essere gradevole, arrivare al mio interlocutore. E’ stato un percorso fatto di parole che suonano in un certo modo, vocali accentate in modo corretto o molto scorretto, onde della voce, frasi aperte e chiuse. Insomma, ho curato “l’involucro” del comunicare. La superficie.

Il contenuto è un’altra storia, ha un altro percorso e quello non si apprende dai libri. Il contenuto cresce e cambia parallelamente allo scorrere della tua vita e alla tua minore o maggiore sensibilità.

Anche il mio contenuto è molto cambiato in questi anni.

Ma da poco ho scoperto che la comunicazione è anche molto molto altro. Non ci avevo mai riflettutto eppure ora che me lo hanno fatto notare mi sembra così evidente…

Per comunicare con una persona bisogna, soptrattutto, ascoltarla.

La comunicazione più profonda è fatta di silenzio, di spazio regalato all’altro.

Da oggi inizia un nuovo percorso, per me.

Devo imparare ad ascoltare bene. Per parlare c’è tempo.

Sandra

…ha un psssssssss nella gomma

Si, infatti ce l’ha.

D’altronde lo avevo previsto quando ho scritto il post precedente.

Scrivo qui perchè penso che molti dei visitatori del blog non vadano a leggersi tutti i commenti.

Le vostre riflessioni sono tutte condivisibili e più che valide. Dico che prima o poi vorrei essere un capo e giustamente il commento comune è che non è per niente facile , che le responsabilità ti cambiano ed essere amabile e amichevole con i tuoi “sottoposti” sia praticamente un’utopia. Concordo. Ma d’altronde nel mio pensiero ho incluso che la filosofia dell’azienda, i limiti posti da essa, le condizioni base alle quali è necessario che chiunque si adegui, erano date per scontate; e chiaramente tra queste posso essercene alcune non del tutto digeribili, non ideali, insomma. Ma il lavoro è lavoro: anche quando fai quello dei tuoi sogni non è mai come andare al lunapark.

Se questo è chiaro per tutti, allora io credo si possa parlare di come fare il capo.

Un capo che poi, come ci ricorda Chicca, avrà sicuramente qualche collaboratore che gli sta sulle scatole, ma a me piace il detto: patti chiari amicizia lunga.

Se avete capito che io sogni un ufficio tutto profumato di rose, con musica new age, fatto di abbracci e sguardi pieni d’intesa….mi avete fraintesa 🙂

Venite a lavorare con me e dovrete essere puntuali, efficienti e onesti ( leggi: se fate un errore ditelo sinceramente e nessuno vi lincerà; inventatevi, invece, una scusa e perderete la mia stima e considerazione); io vi offrirò ascolto sempre, considerazione per la vostra persona e per la vostra intelligenza che potrebbe suggerire nuovi percorsi, non dimenticherò mai che siete persone, con una vita anche fuori di qui che merita tempo e attenzione, e terrò ben presente come vorrei essere trattata io dal mio capo.

Io credo che questo sia possibile, ma richiede impegno. Essere un capo non è facile, essere un capo giusto lo è anche di meno.

Sandra 

La Broom del capo

Buongiorno amici!

Non posso dire che mi siate stati di grandissimo aiuto questa volta, eh! Solo Francesco mi ha dato una ricettina interessante (che proverò appena posso), ma alla fine l’amico che vedrò domani ha fatto la sua ordinazione, per cui, dubbio risolto. Vuole una specie di torta di compleanno, farcita con cioccolato e crema pasticcera. Porterò anche qualche candelina, così magari anticipiamo qualche compleanno.

Oggi si apre il mio week end, già pieno pieno come un uovo, per cui dovrò aspettare almeno almeno 10 giorni per potermi riposare, ma meglio fare che non fare. Certo..se fossi un capo il week end sarebbe relativo in ogni momento dell’anno. Un capo difficilmente si può rilassare. Non può davvero premere OFF e far finta di essere un altro. In questo senso non avrei nessuna voglia di essere un capo.

Ma in un qualche futuro spero proprio, invece, di essere a capo di qualcosa e di qualcuno, ovviamente. Non per sentirmi superiore, niente affatto. Ma per dimostrare che si può essere umani, rispettosi, magari sinceramente ammirati, orgogliosi e comunque propositivi, benevolmente critici, verso le persone che devi dirigere.

Farei riunioni collettive e individuali in cui ascolterei più che parlare; chiederei a tutti se sono soddisfatti e cosa cambiarebbero. Chiarirei quali sono i limiti eventuali della struttura per cui si lavora e una volta condivisa la filosofia e gli spazi entro cui possiamo muoverci ed avanzare pretese, cercherei di occuparmi dei  miei uomini. Perchè se fossero sereni e appagati loro, lo sarei io e sicuramente l’azienda ne potrebbe solo godere.

Se fossi un capo, i miei uomini si sentirebbero persone, considerate e valorizzate, come vorrei sentirmi io, al posto loro.

Sandra

Mio

Ci pensate che non esiste niente di realmente nostro?

Qualcosa sembra di nostra vera e sola proprietà, in realtà ci è prestata per farne uso; alcuni sperano e provano a fare sì che sia buono.

Io ho bisogno di sentire MIE certe cose ma soprattutto certe persone, per quel che è possibile, ma poi so che dovrò fare i conti con la realtà di quelle persone, delle loro vite e del loro destino. Ma per favore, finchè è possibile, non mi toccate le MIE persone!

Ogni giorno è una prova. Ogni volta un percorso ad ostacoli. La differenza forse la fa l’atteggiamento, la predisposizione o la maldisposizione.

Pensiero così…

Sandra

Pensierino della sera n°2

 Stasera tanta roba su cui riflettere o sognare:

“mi piace distillare ad uno ad uno i colori del tappeto i rossi i viola i bruni e l’armonia dei toni e del disegno e i verdi i gialli i bianchi i toni fulgidi e i tenui e la trama elegante che li fonde. E che nessun colore gridi troppo forte.”

(da “Variazioni” di Anna Ariano e da zia Deli)

Sandra

Stupendamente normali

Durante la diretta di oggi Lina ha inviato un messaggio che faceva riferimento al post “Normale”. Lo riporto perchè è una stupenda citazione che era giusto condividere con tutti voi che leggete: 

“lo straordinario risiede nel cammino delle persone comuni”

 Paulo Coehlo

Spesso capita che abbiamo bisogno di prendere in prestito frasi di cantanti, scrittori, comunicatori, per dire cose profondamente nostre. Bè, questa frase di Coehlo la sento anche molto mia, che a volte mi sento “normale” in senso negativo, altre volte “normale, in senso positivo.

Perchè per me -NORMALE- non è un aparola da evitare, considerare dispregiativa o indice di inferiorità. Forse l’ho anche già scritto in un post di tanto tempo fa.

Siamo tutti stupendamente normali. E ogni tanto ci distinguiamo grazie alla nostra eccezionalità. Il bello è tuto lì…

Sandra

Giorni di neve

E’ quasi inverno, comincia una nuova giornata, magari un pò più grigia di ieri, ma c’è la neve e la luce si riflette. Gente che cammina, passi felpati sul manto bianco, tutto è calmo. Da qui i rumori si avvertono appena.

Poi una mano mi afferra e capovolge, poi di nuovo e di nuovo, mi gira la testa, è tutto confuso  e all’improvviso nevica.

palla di vetro/neve

Essere sereni, o almeno equilibrati nella propria quotidianità non è sempre facile; direi che il più delle volte è un vero e proprio lavoro. Io mi sto impegnando; forse non quanto potrei ma a piccoli passi provo a migliorare. Poi però le variabili intervengono e, come solo queste possono, senza preavviso, rimettono tutto in discussione. Era tutto in ordine, là, sulla mia scrivania: questa folata di vento ha sollevato anche carte che avevo diligentemente accumulato e dimenticato. Pure la polvere è in circolo. E non ho tanta voglia di rimettere a posto. Preferirei ridiscutere certe questioni e trovarvi conclusioni nuove. Tempi duri per il mio riposo notturno…

Quanto vorrei farmi una bella chiacchierata con un amico…

Sandra

Sito che vai, pensiero che trovi

Ogni giorno giro in internet e trovo cose; era un pò che mi imbattevo in una rubrica di psicologia che ho sempre prontamente snobbato: poi oggi, come non avessi proprio proprio niente di meglio da fare 🙂 , ho clikkato sulla pagina e ho iniziato a leggere qualche lettera con relativa risposta. Francamente non è che ci abbia trovato grandi verità o illuminanti considerazioni, ma è un periodo in cui mi piace pescare dagli altri un cadeaux. Questa psicologa, ad un certo punto, scrive: 

“I genitori non sono solo persone esterne con cui entriamo in relazione, ma delle figure interne che ci portiamo dentro ”

e io aggiungerei: con tutti i pro e i contro del caso.

Questa constatazione potrebbe essere la risposta a tante domande che ci poniamo nell’arco della vita.

Sandra