Caro blog, no, non ti sto trascurando deliberatamente.
Non mi sono stancata di te, anzi, di te credo proprio di avere bisogno. Perchè è grande il bisogno di parlare, comunicare e se non riesco o non posso farlo in modo tradizionale penso che farlo così mi aiuterebbe comunque a raggiungere lo scopo. Solo che non ci riesco più.
Non ho ancora messo a fuoco quale sia il motivo reale di questo blocco, perchè da dire ne avrei tante, eppure non riesco più a farlo con la leggerezza di prima, quando era più importante il mio desiderio di scrivere che la paura di essere trovata da chi non voglio mettere a conoscenza di quel che ho dentro. Forse, per questo, dovrei ucciderti?
No..aspetto che passi…sembra il consiglio più quotato in questo periodo: aspettare che passi.
Mi siedo. Se qualcuno vuole farmi compagnia qui c’è un sacco di posto.
Sandra
Il mio l’ho ucciso. Si dice così?
Ho aspettato tanto e poi l’ho fatto. Zac!
La leggerezza, infatti, mancava quella; o semplicemente mi domandavo spesso se quella leggerezza e quell’evasione avessero un senso al cospetto di quanto siamo abituati a masticare amaro con ciò che accade nel mondo. Nel blog non trattavo certo temi trascendentali ma solo frivolezze e forse per questo è stato più facile darci un taglio; poi i commenti erano pure pochi e quando non c’è contraddittorio puoi cantartela e suonartela a tuo piacimento in tutte le salse ma non si va da nessuna parte. Ciao bella, tieni duro almeno tu!
Silvano
Non è facile rendersi conto che ciò che facciamo ha sempre conseguenze nel mondo, a prescindere che siano grandi o piccole. Talvolta il desiderio di comunicare, esprimersi, nato quasi per gioco, con semplicità, diventa fragilità, offesa, polemica. Ma perché? in fondo non c’è nulla di male ad essere, senza arrendersi all’apparire. Vai Sandra, non lasciarti battere da chi non vale una parola. Un abbraccio
…forse un giorno, in un momento qualunque…
Grazie Alessandro…