Radiosognando

 L’unico “maestro” che abbia mai avuto e che ha il merito di avermi fatto conoscere la strada che poi è diventata il mio presente disse che : la radio si inizia a fare come si deve dopo i 30 anni.

Io non so se la linea di confine coincida proprio con l’ultimo giorno del tuo 29esimo anno di vita; certo è che che sulla mia pelle posso dire di aver sperimentato che dopo i 30 tante cose cambiano, il tuo modo di pensare cambia, di vedere la vita, le tue esperienze passate e parte di quelle che già intravedi del tuo futuro. E sicuramente la maniera in cui ti relazioni agli altri, che per me è, tutti i giorni, il mio pubblico, cambia.

Sicuramente migliora.

Sicuramente è più efficace.

Sicuramente è più gratificante e somigliante al tuo reale modo di essere.

Io spero di superare, ogni anno che passa, un ulteriore piccolo confine che mi porti a crescere e migliorare sempre più.

Ma al di là della mai voce, del mio programma, di quello dei colleghi: come dovrebbe essere la radio ideale? Voi, amici miei, cosa vorreste se poteste, schioccando le dita, decidere cosa ascoltare accendendo la radio?

Radiosognamo?…

Sandra 

– Secondo i bambini la gratificazione immediata è troppo lenta!-

“Io sono Francesco…

…ho 32 anni, vivo in una delle città più belle del mondo e sono un personaggio pubblico.

 Ho famiglia. Ho messo la testa a posto. Mi sveglio e anche quando vorrei dormire ancora un pò tutto comincia perchè ho delle responsabilità. Non esiste più un giorno “senza pensieri”. Ne avrò sempre almeno uno per i miei figli.

Per vivere faccio quello che è anche la mia passione.

Tanta gente pensa, per questo, che non sia un lavoro vero; che il lavoro vero sia solo quello dell’operaio in miniera, o del camionista o di chi comincia al mattino e finisce la sera. E forse un pò è vero. Sono fortunato, lo so. Mi pagano per fare qualcosa che mi fa stare bene. Quando sento i muscoli tesi, quando sono in corsa, l’adrenalina che provo io non so se sia paragonabile a quella di un fornaio che, dopo aver dormito solo 4 ore, sforna la sua più bella pagnotta.

Però mi infastidisce che ci sia qualcuno che pensa che sia arrivato dove sono per puro caso o perchè qualcuno mi ha dato una mano. Certo, magari ho le gambe più veloci di altri, ma in questo campo se non hai una dote non sei nessuno. Magari ho avuto la fortuna di trovarmi al posto giusto al momento giusto; ma c’è stato un tempo in cui il momento non era mai quello indovinato; in cui anche se ero il più bravo ero comunque troppo giovane e per uno strano meccanismo dovevo sudarmi la gavetta. Poi è arrivato un tempo in cui qualcuno ha iniziato a notarmi, ma se sono dove sono e se sono stato dove sono stato, credetemi, lo devo solo a me stesso.

Oggi posso permettermi di decidere se giocare in nazionale oppure no. Una bella soddisfazione. Essere io a dire di no piuttosto che sentirselo dire da altri ti dà un senso di potere. Forse ti dà un senso e basta.

Ho mantenuto il mio carattere di sempre: sincero, diretto, trasparente (pure troppo). Eccolo qui il mio grande punto debole: il carattere.

La gente lo sa e se ne approfitta. Insomma io oggi decido di non andare in nazionale eppure c’è sempre qualcuno che vuole ancora farmi sentire un dilettante.

La mia vera vittoria è la famiglia.

Ma io so che ho vinto anche nella carriera. A volte brucia che non lo sappiano anche tanti che dovrebbero, brucia proprio come sale sulla ferita aperta…”.

Sandra

Supercalifragili…

Chi fa il mio lavoro  lo ama.

O almeno lo ha amato molto: non si sceglie per arrivare alla fine del mese.

Io sono stata folgorata un bel giorno, dopo che per anni ha covato dentro di me l’amore, come un virus che dorme nel tuo corpo e mai potrai sconfiggere del tutto. Folgorata quel giorno che una lampadina fece luce e mi permise di vedere quello che sfioravo goni giorno senza nemmeno vagamente ipotizzare che si trattava del mio futuro pane. Da quel giorno ho provato delle emozioni forti e incontrollate come quelle di un adolescente perdutamente innamorato. E sono stati anni di  fondamentali palpiti, un tam tam  che mi indicava la strada, nulla poteva farmela cambiare e nulla, infatti, ci è riuscito. Ho imparato tante tantissime cose, tecniche, certo, ma anche morali, umane. Ho imparato ad ascoltare, ascoltarmi, sentire, elaborare e riconoscere suoni.

Le parole…ho imparato a sentire le parole. Le ho pronunciate mille volte nella vita e mai ho fatto caso a quanto bene suonassero alcune parole. Amici prestate attenzione al suono delle parole: ce ne sono alcune stupendamente musicali, piene com’è giusto che siano secondo il sinificato che hanno o stridenti. Una parola non è mai il solo susseguirsi di vocali e consonanti. E’ suono. Che se pronunciato, poi, correttamente, diventa musica. Se riuscirete a capire qual che sto provando a condividere forse desidererete di diventare dei parlatori, o degli ascoltatori diversi. Forse pronuncerete quasi bisbigliando dei termini il cui suono vi accorgerete che quasi vi fa bene. Come una specie di strana terapia personalizzata.

Non sono certa di essere riuscita a comunicarvi quello che volevo, non so se sono riuscita a farvi sentire quel che a volte sento io quando penso che uso, per lavoro, uno strumento eccezionale, con enormi potenzialità che per espletare la sua funzione usa “attrezzi” belli e semplici come le parole.

Parole belle, suoni emozionanti. E poi la voce. La voce. Che grande miracolo. E che gratificazione sapere che riesco a governarla.

Amici buona, ottima settimana.

Avrò tante parole per voi, se mi ascolterete. Quelli con l’udito migliore sentiranno anche quelllo che non dirò.

Per gli altri, l’appuntamento è qui.

Vi bacio.

Sandra

Auto-celebration (per chi ha voglia di leggere)

Quando la fortuna sta nella sfortuna.

Ho letto tante volte che un cambiamento come quallo di un trasloco può rappresentare un trauma. Magari non sempre e soprattutto non quando vai a migliorare, ma quando 11 anni fa è capitato a me di lasciare il posto in cui ero cresciuta per andare in un altro che proprio non mi piaceva non ho vissuto un bel momento. Non posso definirlo proprio “trauma” ma momento difficile si. Anche perchè io ho sempre vissuto in maniera piuttosto introversa i miei dolori. In modo non troppo sano. Se penso a quel periodo mi vedo di spalle, pensierosa, con la radio accesa. Sempre. La mia compagna. Non mi aveva lasciato. Diversamente da alcuni amici. E fu così che uno spot cambiò la mia vita. Pubblicizzava un corso, di dizione, di comunicazione..per aumentare la propria autostima. E non credo che siano state proprio le mie dita a comporre il numero di telefono, perchè non era affatto da me; eppure in un momento di incoscienza devo averlo fatto e devo anche aver fatto i colloqui per accedere al corso. Insomma…da lì è nato tutto. Ho scoperto di avere una particolare predisposizione per la dizione, che nel mio caso era già buona ( grazie alla mamma romana) e che il mondo della comunicazione era..esattamente il mio. Come dire che…ognuno di noi ha un posto e quello era il mio, finalmente! A prescindere da dove abitassi! 🙂

Parte così il mio film..cioè..non è un film..è la pura verità, ma è stato ispirato dalla richiesta di Carmela, che dopo aver visto il film “Il mattino ha l’oro in bocca”,  che racconta la vita e le vicissitudini artistiche e private di Marco Baldini, mi ha scritto spingendomi a condividere le mie emozioni. Ma si spera meno casini di quelli che ha creato Baldini 😛

Ho inziato a frequentare la radio (non posso dire lavorare, visto che per anni non ho percepito una lira) a 21 anni. Piccole realtà, fatte quasi in casa, senza fonico, con la cassetta su cui c’erano le pubblicità. Roba d’altri tempi! E di un’altra emozione 🙂

Saltello qua e là per varie piccole radio ognuna della quale lascia in me un segno e un bagaglio. Ma la mia “carriera” è fatta da brevi passaggi, brevi permanenze; avevo troppa voglia di crescere e volare in alto.

A 25 anni ho la mia grande occasione. Il network! Era l’estate del 2000, ed il nuovo millennio mi stava regalando una vita nuova, una casa mia, un sacco di nuove esperienze e una dimensione così diversa..ma lasciavo a casa tutto il resto della mia vita. La mia famiglia, i miei amici, la mia città, la sicurezza. E’ un pò quel che succede a tutti noi quando decidiamo di seguire la piega che ha preso il nostro vivere: fa male, ma dobbiamo farlo. Sempre che la bilancia penda a nostro favore. Così, carico valigie e ricordi sulla mia renault 5 nera, la indimenticata Ottavia, e percorro circa 500km, fino alla mia nuova vita.

Qualche volta, dopo anni, ancora mi chiedo come sia possibile che ciò che procura tanta emozione ad una persona possa lasciare del tutto indifferente un’altra. Come posso spiegare a chi nemmeno ascolta la radio quale magia sia esserne la voce, parlare a quel microfono che ti lancia, in un nanosecondo, nell’aria, ti fa toccare i punti estremi del globo e ti impone nelle orecchie di chi è ovunque ma non lì? Non è possibile. Si può solo tentare di spiegare, ma sempre e solo a chi ha voglia di sapere. La cosa migliore è provare a fare un parallelo. Ma devo farlo pescando, comunque, nel mio mondo, tra le mie esperienze e le mie sensibilità.

E allora vi dico che…quando premi quel pulsante rosso…quando si accende la scritta on air, e nelle cuffie risuona la musica che sposa perfettamente la tua voce, annunci un pezzo e magicamente le parole lasciano spazio alla melodia, io provo qualcosa che si avvicina molto al fluire del sangue nelle braccia di un giocatore di pallavolo che, presa la rincorsa, tre passetti e salta, incontra il pallone, lo schiaccia e, come si dice in gergo, fa un buco a terra! Ecco!

Lasciatemi passare questo esempio un pò curioso. Lasciate che renda concreto il mio passato da giocatrice che, dall’alto dei suoi 164 cm, ha indossato le ginocchiere per un decennio e da un decennio non tocca un pallone bianco.

Insomma, eccomi nella splendida Toscana a vivere un sogno che… si è presto trasformato in un piccolo incubo. Ma che oggi ricordo comunque con grade nostalgia. Come sipensa ad un amore sfuggito per stupide incomprensioni. Ma da quell’amore io ho imparato un sacco, ho conosciuto, ho respirato e sono cresciuta. Certo…sono tornata a casa con un’ala decisamente malconcia. Per diverso tempo ho seriamente creduto che non avrei mai più volato. Non volevo più. Ma ragazzi…quante volte vi è capitato di dire, dopo una delusione, che non avreste mai più amato? Ci siete davvero riusciti? Io no; io non ho saputo restarmene in un angolo. Ho provato ad inventarmi non una, ma molte vite diverse e sono riuscita a viverle più o meno tutte. Un pò Dr. Jeckyll e Mr Hyde, sono arrivata al punto di fare la brava segretaria della Presidenza di Facoltà e nella stessa giornata aprire le braccia verso il mondo oltre il mio microfono.

La radio non si scorda mai; non per una drogata come me. E chi mi amava davvero sapeva che per essere io dovevo tornare a parlare. L’ho fatto. Ed eccomi a Radionorba. Il posto in cui ho deciso di fermare il mio viaggio. La magia si ripete tutti i giorni, negli studi di Napoli, da 4 anni. E per me è una specie di record personale. Non ho più bisogno di spostarmi, di correre, di dimostrare nulla. Nutro quotidianamente il terreno di questa pianta. Veramente molto lo fate voi…

E quando capita che la mia indole dall’umore altalenante, che la mia anima sognatrice e idealista abbia bisogno di conferme e di vedere orizzonti nuovi, cerco nel mio cassetto dei ricordi le cose belle che ho avuto. E qualche volta mi gongolo un pò al pensiero degli obiettivi raggiunti, in certi casi, anche senza averli rincorsi.

Come a luglio del 2006, quando mi viene assegnato un premio che campeggia fiero nel mio soggiorno:

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Oscar della Radio 2006!

A Sandra Di Meo! Proprio io! E chi lo avrebbe mai pensato!! Anche perchè non si trattava di un concorso, ma di una manifestazione che festeggia la radio e i suoi protagonisti. E tra tutte voci di radio nazionali sono stata scelta io come unica rappresentante di una radio non nazionale. Quando mi hanno telefonato per dirmelo ci ho messo un pò a connettere e rispondere qualcosa di sensato. Magari il mio interlocutore avrà anche avuto un dubbio sull’effettivo merito del premio 🙂

Bè…è questa la mia cura casalinga. Ripensare a quei momenti, a quando ero accanto a colleghi di primo ordine ed ero premiata come loro.

E poi ripensare a tutte le belle mail, i bei messaggi e le amicizie che, grazie a questo lavoro, ormai mi appartengono di diritto.

Direi che ho gonfiato abbastanza la mia ruota.

Ma grazie A carmy, che mi ha dato l’opportunità di raccontare cose che magari non avrei avuto il coraggio di dire.

Auguri amici miei; buona Pasqua; vi porto tutti con me.

Sandra

Looney tunes

Ieri ho registrato uno spot per le scarpette Looney Tunes che questa estate regaleranno anche dei mitici gonfiabili! WOW!

Potrebbe capitarvi di ascoltarlo su Sky 🙂

Sandra

Sim sala bim

“…con la sola imposizione delle mani…ti ungo tutta la maglietta..” diceva Mago Oronzo (era lui o non era lui..boh!)

Di sicuro al nano deve sembrare una vera e propria magia quella di sentire la mia voce uscire una volta dalla radio..una volta dalla tv..e adesso anche dal PC.( per lui saranno tutto sommato sempre scatole..).

Inauguro così una nuova categoria blog in cui ogni tanto vi aggiornerò su questa meraviglia che è il mio lavoro. Magari non vi fregherà molto..ma essendo il mio blog..mi sembra il minimo portare qui cose che fanno parte della mia giornata costantemente.

Chi pensa che Sandra sia on air solo dalle 13 alle 15 su radionorba si sbaglia. La mia voce si accende intorno alle 9.30  (e non solo per mugugnare qualche parola che assomigli vagamente a “buongiorno” “ben alzati”) e si spegne intorno alle 20.

In questo intervallo ci sono tanti spot da registrare, due ore di radio in diretta da fare con voi all’ascolto, e ogni giorno qualche bella novità ad attendermi.

Ogni giornata è diversa dalla precedente: piena come un uovo o appena appena impegnativa.

Ma da qualche tempo a questa parte di pause ce ne sono molto poche, per fortuna e per sfortuna  (“da che punto guardi il mondo tutto depende” Jarabe de Palo n.d.r.)

Aspettavate con ansia questa notizia che per me è decisamente una bella notizia, per voi potrebbe essere davvero insignificante e mi rendo conto di aver alimentato delle aspettative eccessive.

Ma se mi volete bene sarete felici con me.

Dicevo che la mia voce adesso esce anche dal pc perchè da ora nella mia giornata tipo infilerò anche tutti i lavori che farò per  www.riflettotv.it

rifletto

La più grande e importante webtv d’europa mi ha fatto entrare in famiglia. Così se sarete stanchi della “solita tv” potreste decidere di guardare quella del futuro e inciampare in qualche programma o filmato la cui voce guida è proprio la mia.

Per ora mi potete ascoltare qui http://www.riflettotv.it/webtv/ladymanager/index.php

🙂

Sandra