Lasciami uscire o lasciami entrare

Tu stai seduto e fissi il vuoto e aspetti e ti stupisci…
Pensi “forse sono io e sto diventando folle”
Cominci a credere che sia una maledizione quella che stai attraversando
che tu sia solo un fantoccio per una ragazza che è crudele
Con un spillo

Quindi lasciami uscire
O lasciami entrare
e dimmi come noi possiamo vincere
perché io voglio veramente saperlo adesso
prima che io cominci
a lasciarti andare
quindi lascia che io sappia

Preferirei vagare affamato e senza un tetto
che stare qui nel tepore di una sconfitta silenziosa
devi essere onesta con me e sii spietata
invece di muoverti scomoda lì nel tuo posto
e nella tua pelle

E chi avrebbe mai pensato che io avrei avuto la forza di dire
“Lasciami uscire o lasciami entrare”

Wind of change

 foglie-al-vento.jpg

Non lo faccio da tempo immemore, e ogni volta che ci penso mi sembra quasi una bestemmia.

Metto su un cd.

E’ il giorno X.

Ho un paio di ore di assoluta solitudine e una quantità di cose da fare che mi impiegherebbe ben oltre due ore, ma, sapete che vi dico? Possibile che uno debba sempre fare PRIMA quello che viene PRIMA? Oggi voglio ribaltare le priorità. Abbandono al suo stato di degrado la cucina, i pavimenti e la cena per scrivervi, con musica di sottofondo.

Incredibile…l’ultima volta che l’ho fatto forse vivevo ancora coi miei.

All’epoca il mio universo casalingo era composto di una stanza di circa 9 mq. Rigorosamente senza TV. Rigorosamente con stereo, compatto, compagno di ogni giorno, ogni risveglio e ogni nottata. Quasi confidente del mio spirito tormentato che vedeva sempre oltre il proprio presente e volava a immaginare un futuro, forse un pò confuso, sicuramente molto idealista e solo poco concreto.

Da allora ad oggi sono cambiate infinite cose. E non tutte in meglio, visto che il mio stereo prende troppa polvere.

Amici, c’è aria di cambiamento.

Oggi pomeriggio su Napoli è venuto giù quasi il diluvio universale; in un’ora sotto casa mia ho visto automobili sommerse di acqua fino ai finestrini, strade bloccate e tombini in vacanza. Ma quanto possono cambiare le cose anche solo 60 minuti?

L’estate è quasi tutta alle nostre spalle e dal cielo oggi mi è arrivato forte l’avviso di un autunno incalzante che, come accade ad ogni avvicendarsi di stagione, vi drò, non mi dispiace di accogliere. Sarà che con i cambiamenti che non determiniamo abbiamo la sensazione che arriverà qualcosa di buono anche per noi, magari un pò sospesi nel dubbio, in un momento difficile da comprendere fino in fondo.

Tanti di voi si stanno chiedeno e mi stanno chiedendo come sto.

Come sto?

Risposta numero 1: bene, grazie.

Risposta numero 2: oddio…quanto tempo ho per rispondere?

Risposta numero 3: C’è aria di cambiamento, amici. E ancora oggi non so dirlo in altre parole. Possono bastarvi? Ho una sola certezza: non sparirò e sempre da voi tornerò, se mi vorrete. Sono un pò triste, un pò felice, un pò stanca,  un pò spaventata, un pò bloccata. Impressiona anche me rendermi conto quanto sia complicata: è uno dei motivi per cui non mi confido qui ultimamente. Se scrivo sono allo specchio. Posso vedere anche quello che non voglio.

Amici grazie di esserci sempre. Grazie a chi mi ha scritto anche in privato. Grazie perchè è chiaro che ciò che vi manca di me, sono proprio io. E’ tutto ciò che un essere umano può desiderare dal rapporto con gli altri: essere apprezzato per ciò che si è.

Sandra

Capperini!!

Questo blog riceve più visite quotidiane in questi giorni in cui è fermo che quando scrivo.

Per cui, grazie a chi evidentemente monitora per sapere se sono ancora viva. Ebbene si, eccomi qui.

Mi chiedevo se due settimane mi sarebbero bastate a disintossicarmi dal pc e in generale dalla vita di sempre e la risposta è chiaramente no.

Magari è per questo che ci sono ma non ci sono.

E voi? Ci siete?

Benritrovati amici.

Sandra

A metà

Col cuore diviso a metà, tra nuovi progetti che partono e vecchi problemi che ritornano; fiera, orgogliosa da una parte e avvilita, dolorante dall’altra, come quando provi un grande amore  non ricambiato:  amici cari vi saluto. Chiudo bottega e mando in ferie anche i pochi neuroni che mi fanno compagnia per due settimane in cui spero davvero di riuscire a ritrovare la velocità giusta.

Dei pensieri, soprattutto.

P.S. non vedo l’ora di disintossicarmi dal pc ma..basteranno due settimane?? Bah!

A presto.

State bene.

Sandra

Puff Pant

Ragazzi miei e chi se lo aspettava?

Io già pregustavo questi ultimi giorni di lavoro, i primi di agosto, perchè sapevo sarebbero stati leeeeeeeeeeeeenti, caaaaaaaaaaaaaaaalmi, sereeeeeeeeeeeeeeeni…e invece…

ho più cose da fare che a gennaio e una capcità di recupero davvero sotto lo zero!!

per cui mi scuso per non essere molto presente sul blog ultimamente ma non so davvero dove infilare pure il momento dell’outing.

venerdì pomeriggio iniziano le mie ferie  e per due settimane resetterò tutto il possibile.

E al mio ritorno, forse, tirerà una nuova aria..

Mi aspetterete?

sandra

What time is it?

Un pò di tempo fa chiesi a Braciola/Silvano di tradurre in parole quella sensazione di perdita del tempo; quando continua a scorrere facendoti sentire inadeguato, perchè se una volta impiegavi 10 minuti a fare 30 cose, ora quei 10 minuti ti sono appena sufficienti a pianificare quel che devi fare. Una volta giugno luglio e agosto erano una interminabile vita piena di sorprese giorno dopo giorno e se anche era il 15 agosto pensare al rientro a  scuola era davvero uno spreco di energia, tanto era così lontano..

Oggi: giugno è il mese dei dubbi meteorologici, luglio il mese del sudore e agosto è fatto di due settimane: due di lavoro duro in attesa e due di vacanze. Sospetto che il tempo, lui, sia sempre quello, ma noi perchè siamo cambiati così?

Va bè..tornando a Braciola…ha scritto per me due cosine che finalmente condivido qui.

Silvano scusa la lunga e insensata attesa. Ed è proprio il caso di dirlo: grazie del tempo che hai speso per me.

Sandra

Tempus fugit Quando nacque la vita

 sulla terra

era una bella figa

e la sua storia si perde

 nella notte dei tempi.

Opulenta donna di Botero:

pelle bianca e vellutata

come il culetto dei neonatie

odore tipico

delle vergini caucasiche.

Ella fluttuava leggiadra,

nell’aere,

sospesa su una soffice nuvola rosa

in attesa del Principe Azzurro,

col quale aveva fissato

un appuntamento irrevocabile

alle circa meno quasi

del giorno perfetto,

per vivere tutti

felici e contenti

senza spazio e senza tempo.

Il cornuto del principe però

conduceva vita sregolata,

vizi, bagordi,

notti da leoni e giorni da coglioni,

il classico fuori orario

e quella mattina restò

incastrato col piede nel letto

continuando imperterrito il suo sonno

mentre la bella vita,

che aveva persino

fatto la ceretta alla patatina,

fremeva tutta per quell’incontro.

Dunque passò di lì

uno scafato Cavaliere Nero,

l’orologio biologico,

vecchio puttaniere di scorribande

da Arcore a Villa Certosa,

passando per Palazzo Grazioli,

nonché abile chansonnier

ed affabulatore di donne

da Costa Crociere:

un vero e proprio malintenzionato

che al grido di battaglia

“chi ha tempo non aspetti tempo!

ohi vita… ohi vita mia!”

non perse tempo

e da vecchio predone del deserto

saccheggiò la vita opulenta

portandole via tutte le sue virtù,

lasciandole addosso

i segni indelebili del tempo

e odore tipico

di marcio ammuffito.

Fu un brutto giorno,

che da lì in poi

cominciò a marcare nella vita

scadenze, responsabilità,

impegni, sacrifici,

bollette e rate del mutuo

talvolta anche a strozzo

se trattasi di tasso variabile…

La vita tentò di tirarsi su

ripetendo:

“diamo tempo al tempo…

il tempo è galantuomo…

il tempo è un gran dottore…”.

Ma poi si rabbuiò ed esclamò:

“ecchecazzo questa non è vita!

il tempo è tiranno

ed è pure nu chilestramurt!”. E vissero tutti,

in questo continuum spazio-tempo,

cornuti e scontenti.

——————

Avevamo tutta la vita davanti.

Ué, anche adesso!

Ok, ma allora era diverso,

c’è sempre qualcosa di diverso

quando cominci i discorsi

con la canonica frase “ai miei tempi”

C’era una città più vivibile,

le strade libere,

niente SUV

(al massimo qualche Topolino scassataall’epoca di Anto e Sandra…),

c’era il Cucciolone e il Cuore di Panna

(quante scorpacciate),

c’era la teleselezione

e le cabine a gettoni,

c’era solo la Standa,

c’era solo mamma Rai

con l’antennone

di inizio e fine trasmissioni,

c’era una reale aggregazione,

c’era pane zucchero e olio degli zii,

c’era la focara del nonno

e le patatine fritte della nonna,

c’erano i giochi della gioventù,

c’era nomi cose città,

c’era il gioco della campana,

c’era 1 2 3 stella e palla avvelenata,

c’erano le escursioni selvagge in bici

per vicoli e contrade

con le nostre ginocchia incerottate

e l’espressione convinta da Easy Rider,

c’era lo schiaffo del soldato,

c’erano le fontane in ghisa,

c’erano i nostri papà coi basettoni,

c’erano le nostre mamme

con le raccomandazioni,

c’era il primo borsellino per la scuola

con i coloretti dentro,

c’era l’odore di cucinato

appena entravi in casa,

c’erano le lucciole di notte

e il canto delle cicale di giorno,

c’era l’odore del mare

per tre mesi filati di vacanza,

c’era la prima cotta,

c’era la spensieratezza e il cazzeggio

e ancora tempo per il disimpegno,

c’era la maturitàe la notte prima degli esami,

c’era il primo interesse politico,

c’era chi ci ha creduto

e persino chi ci crede ancora,

c’era che… più giovani di così non si poteva,

c’era… che c’era?

C’era una volta

e poi non c’è più…

C’è che oggi,

vecchio bacucco che non sei altro,

qualcuno potrà dire di te

uno dei termini più urticanti

nel dizionario della lingua italiana,

che sei un tipo giovanile…

E c’è che se ti guardi indietro

potresti anche azzardare

l’esclamazione in plurale maiestatis:

“eravamo felici e non lo sapevamo”!

Giorni infuocati!

E chi se lo sarebbe aspettato che dopo una settimana senza picchi sarebbe venuto fuori un fine settimana così intenso!

Venerdì a festeggiare il nanerottolo per il suo onomastico, che per aver compreso perfettamente la differenza col compleanno si cantava da solo “Eppi burdai tu iu”. E nessuno commenti la pronuncia da affinare: è già bravino rispetto a tanti adulti che conosco 🙂

Allegra passeggiata al luna park dove le 120 attrazioni nulla hanno potuto rispetto alla incommensurabile emozione di aver incontrato lungo la strada nientepopodimenoche TOPOLINO! Un tizio antipatico e scontroso che cercava di venderti foto con tuo figlio abbracciato a Topolino e che non si muoveva nemmeno un pò a compassione di fronte ad un duenne impazzito per la visione del suo grande amico d’avventura! Nemmeno un cenno quando il suddetto nano, costretto ad allontanarsi dall’asociale topo gli ha gridato con tutto il fiato che poteva : “SEI BELLISSIMO!” Fortuna che i bambini non vedono la povertà d’animo degli adulti.

Sabato poi grande giornata in condivisione. A casa nostra eravamo 7 adulti e 6 bambini tra i 2 e gli 11 anni. E diversamente dalle aspettative la casa non è stata proprio devastata. Anzi, abbiamo trascorso una giornata davvero piacevole, talmente piacevole che invece di salutarci verso le 21 abbiamo deciso di prolungare l’esperiemento fino a mezzanotte ed oltre.

Domenica di gran riposo fino al pomeriggio, quando abbiamo deciso di andare da una coppia di amici che a breve diventerà un trio.

E oggi eccomi qui…serena e agitata, perchè a conclusione di tutto questo cielo azzurro è arrivato un piccolo temporale che speriamo presto finisca: mia zia, la mia seconda mamma, si è rotta malamente un piede, nella casa al mare, in cui era con la mia nonnina non più tanto autosufficiente. Oggi, dopo il programma volerò da loro..sperando di poter fare qualcosa …

A presto e buon lunedì.

Sandra