Leggevo righe scritte da un amico che si descriveva come figlio e ho pensato ai suoi genitori; che non conosco, ma che dopo alcuni decenni dalla nascita di quell’erede, vengono nominati in uno scritto come tanti. Come io tante volte ho menzionato mia madre o mio padre. Un giorno, tanto tempo fa, il presente era loro, io ero il futuro e come tale ancora lontano. Quanto poteva essere difficile, per mia madre, guardandomi negli occhi, immaginare chi sarei diventata, che lavoro avrei fatto, e quanto avrebbe voluto tenerlo ben distante quel futuro, per stringere più forte quel presente, fatto di sensazioni tutto sommato semplici, nella loro straordinarietà.
Ed eccomi qui, donna e mamma, tornare bambina solo quando la MIA mamma mi guarda e mi dice che sembro una creatura..
Oggi guardo mio figlio, e potrei farlo per ore, perchè è vero che, come dicono gli scienziati, guardare il proprio figlio fa sentire bene, forse sarà l’ossitocina…
bè, lo guardo, ascolto le sue frasi sempre più sorprendenti e spero che il tempo non passi così in fretta perchè domani probabilmente non sarà così naturale, per lui, dirmi esattamente quello che sente.
Vorrei fermare il tempo ad oggi, quando mi corre incontro per dirmi: “Mamma, sei tutta mia e io sono tutto tuo. Mamma sono felice”.
Anche io lo sono, tesoro mio. Sono felice che tu sia proprio tu.
Sandra