Cara polpettina…

…che nuoti nella mia pancia (anzi, più che altro credo tu faccia free climbing dall’energia con cui punti i tuoi piedini e ogni altra estremità del tuo corpicino contro le pareti del mio che ti contiene), è vero che puoi sentire i miei pensieri? E’ vero che non hai bisogno che io parli ad alta voce perchè tu sappia che mi sto rivolgendo a te? Ad esempio: ora tu lo sai che io sto scrivendo per te? Io non lo so, ma spero tanto sia così e spero che, siccome il buono, tutto il buono, il puro, l’incontaminato è nei bambini e tu non sei nemmeno venuta ancora al mondo, per cui non puoi esser stata ancora inquinata da nulla, per te io abbia motivi chiari, evidenti, che non necessitano di spiegazioni, per non parlarti poi molto, per non trovare tanti momenti solo nostri in cui entrare in contatto. Voglio sperare che tu sappia già che lo spazio che ti circonda e si fa ogni giorno più stretto rappresenta la parte più intima della tua mamma, quella che può raggiungere solo un figlio e che, forse, purtroppo, si dimentica al primo vagito. Non è che sia contenta di ciò che ti sto scrivendo; in fondo sono qui a chiederti scusa e a giustificare il fatto che, anche se mi sorprende ogni tuo movimento, aspetto comunque di poterti abbracciare per passarti tutto il mio cuore, affidartelo e augurarmi che tu e tuo fratello sappiate tenerlo stretto a voi. Hai ragione, non sei ancora la sorellina del nano e già si vedono le differenze. Ma io 3 anni fa non avevo altri nani per casa, ne aspettavo uno, il primo e potevo dormire, di mattina, pomeriggio, sera e, esigenze fisiologiche a parte, anche di notte, potevo accarezzarmi la pancia, leggere quelle mielose riviste premaman e provare ogni genere di esercizio e giochino per entrare in contatto col mio inquilino, fantasticare, e soprattutto chiunque, intorno a me, aveva attenzioni incredibilmente affettuose. Oggi le giornate trascorrono tra corse, faccende, giochi sul tappeto, scarpe che non riesco più ad allacciare, torpore costante date le scarsissime ore di sonno e la sensazione di essere un pò trascurata perchè quasi nessuno si ricorda che la mia pancia è abitata e tutte le attenzioni di un tempo sono utopie a cui ogni tanto faccio riferimento solo io senza, peraltro, che questo porti alcuna evidente conseguenza. Io però mi ricordo sempre molto bene che tu ci sei; e, ormai, al 7° mese di gravidanza qualche fantasia in effetti inzio a farla. Certo, sono anche terrorizzata all’idea che se oggi le mie giornate mi distruggono, domani…quanti capelli bainchi farò tutti insieme? A proposito di capelli…di che colore saranno i tuoi? Mi piace pensare che sarai inspiegabilmente bionda come tuo fratello, ma proprio con lui ho imparato che.. è meglio non fare programmi. Sarei già la donna più felice del mondo se questa volta andasse davvero tutto bene, come nei miei personalissimi sogni, tra le mia braccia un istante dopo che tu sia entrata in contatto con il mondo. Per cui, piccolina, concludo dicendoti qui che, non vedo l’ora che tu sia con noi, da toccare, annusare e vivere interamente; non vedo l’ora di conoscerti e di scoprire che la vita prima che tu arrivassi è anche difficile da ricordare. Quindi, cresci forte, sana e arriva decisa qui tra le mie braccia.

Mamma

3 pensieri su “Cara polpettina…

  1. Quando scrivi… “e soprattutto chiunque, intorno a me, aveva attenzioni incredibilmente affettuose”… mi fai venire in mente una puntata della serie “MTV Scrubs”, telifilm demenziale che prende in giro le varie fiction sui medici. In una puntata c’era il chirurgo Turk che era al settimo cielo perché con la sua compagna, Carla, aspettavano il secondogenito. Turk era ansioso di comunicare la notizia a tutti ma al resto del mondo non fregava niente di quella gravidanza perché non si trattava di prima gravidanza. La stessa Carla ne era consapevole perciò non divulgava troppo la notizia. Però Turk era talmente preda dell’eccitazione che a una persona che non conosceva la situazione disse che sarebbe diventato padre; l’altra persona ovviamente ribattè “per la prima volta?”, e lui ci pensò due volte e rispose “sì”… con un sorriso a trentadue denti, così ottenne tutte le attenzioni di questo mondo e potè raccontare la sua fibrillazione nel diventare padre.
    Chiaro che quando Carla venne a sapere che Turk aveva mentito, dicendo che aspettava il primo figlio, s’incazzò come una iena… perché per la sua smania di protagonismo aveva messo in secondo piano il primogenito.

    Insomma, sembra che la gente visto che hai già vissuto quella esperienza una volta non sembra dargli tutta questa importanza…

    Bacioni!
    Silvano

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