La bottega dei capitomboli

Se qualcuno me lo avesse predetto avrei pensato che nemmeno nei miei più arditi sogni avrei potuto pretendere di trovare, fisicamente, a meno di 500 metri da casa mia, un posto chiamato così e che, come sottotitolo riporta: “Club culturale per bambini”! GULP!
Un posto dove bimbi 3enni o quasi possono impastare, pitturare, sporcarsi fino ai polmoni, sperimentare, prendere le prime batoste da condivisione difficile, capire cosa voglia dire socializzare con esseri viventi diversi dai propri familiari, scoprire che esistono dei contesti in cui le regole vanno imparate e…si….ainoi…. rispettate, ma che, con un pò di furbizia e diplomazia, si possono anche rendere simpatiche e accettabili, e scoprire che quando torni a casa la spalla di mamma è sempre la più comoda dove affondare le guance.
Mi ci sono imbattuta del tutto casualmente, camminando per quella orribile strada negoziuta (licenza poetica) di quell’orribile quartiere in cui vivo ma che attraverso con occhi pieni di speranza; e per una volta i miei occhi, e non solo, sono stati premiati da tanta audacia. Ora, non posso garantire che sia esattamente il paradiso in terra, ma che dobbiamo ridimensionare i nostri orizzonti lo abbiamo capito un sacco di tempo fa tutti, no?
Insomma: è da pochissimo cominciata una nuova avventura che mi sta regalando emozioni molto piacevoli: grande tenerezza, fierezza, voglia di scoprire. Se potessi spierei tutta la mattinata il mio ometto che cresce e impara, ma ovviamente non posso e mi accontento di sentire i suoi racconti un pò…bè..la buona:
“allora tesoro, mi racconti che hai fatto oggi?”
“alloooora….io….ho fatto delle cose”
“ah bene, tipo?”
“delle cose…”
“ok”
ma accontentarsi è facile perchè per tutto il giorno rimbombano in testa i suoi doni speciali, che lancia inavvertitamente, come oggetti contundenti che, fortunatamente, se ti colgono ti allargano il cuore, rendendolo solo più forte:
“mamma sei bella e tutta piena di miele”.
Ora vi prego di non indagare sulle possibili motivazioni per cui il mio nano mi definisce piena di miele: prendiamo la poesia della cosa.
Amici, quanto vi sentite ripieni di miele voi? 🙂

Sandra

Puff Pant

Ragazzi miei e chi se lo aspettava?

Io già pregustavo questi ultimi giorni di lavoro, i primi di agosto, perchè sapevo sarebbero stati leeeeeeeeeeeeenti, caaaaaaaaaaaaaaaalmi, sereeeeeeeeeeeeeeeni…e invece…

ho più cose da fare che a gennaio e una capcità di recupero davvero sotto lo zero!!

per cui mi scuso per non essere molto presente sul blog ultimamente ma non so davvero dove infilare pure il momento dell’outing.

venerdì pomeriggio iniziano le mie ferie  e per due settimane resetterò tutto il possibile.

E al mio ritorno, forse, tirerà una nuova aria..

Mi aspetterete?

sandra

What time is it?

Un pò di tempo fa chiesi a Braciola/Silvano di tradurre in parole quella sensazione di perdita del tempo; quando continua a scorrere facendoti sentire inadeguato, perchè se una volta impiegavi 10 minuti a fare 30 cose, ora quei 10 minuti ti sono appena sufficienti a pianificare quel che devi fare. Una volta giugno luglio e agosto erano una interminabile vita piena di sorprese giorno dopo giorno e se anche era il 15 agosto pensare al rientro a  scuola era davvero uno spreco di energia, tanto era così lontano..

Oggi: giugno è il mese dei dubbi meteorologici, luglio il mese del sudore e agosto è fatto di due settimane: due di lavoro duro in attesa e due di vacanze. Sospetto che il tempo, lui, sia sempre quello, ma noi perchè siamo cambiati così?

Va bè..tornando a Braciola…ha scritto per me due cosine che finalmente condivido qui.

Silvano scusa la lunga e insensata attesa. Ed è proprio il caso di dirlo: grazie del tempo che hai speso per me.

Sandra

Tempus fugit Quando nacque la vita

 sulla terra

era una bella figa

e la sua storia si perde

 nella notte dei tempi.

Opulenta donna di Botero:

pelle bianca e vellutata

come il culetto dei neonatie

odore tipico

delle vergini caucasiche.

Ella fluttuava leggiadra,

nell’aere,

sospesa su una soffice nuvola rosa

in attesa del Principe Azzurro,

col quale aveva fissato

un appuntamento irrevocabile

alle circa meno quasi

del giorno perfetto,

per vivere tutti

felici e contenti

senza spazio e senza tempo.

Il cornuto del principe però

conduceva vita sregolata,

vizi, bagordi,

notti da leoni e giorni da coglioni,

il classico fuori orario

e quella mattina restò

incastrato col piede nel letto

continuando imperterrito il suo sonno

mentre la bella vita,

che aveva persino

fatto la ceretta alla patatina,

fremeva tutta per quell’incontro.

Dunque passò di lì

uno scafato Cavaliere Nero,

l’orologio biologico,

vecchio puttaniere di scorribande

da Arcore a Villa Certosa,

passando per Palazzo Grazioli,

nonché abile chansonnier

ed affabulatore di donne

da Costa Crociere:

un vero e proprio malintenzionato

che al grido di battaglia

“chi ha tempo non aspetti tempo!

ohi vita… ohi vita mia!”

non perse tempo

e da vecchio predone del deserto

saccheggiò la vita opulenta

portandole via tutte le sue virtù,

lasciandole addosso

i segni indelebili del tempo

e odore tipico

di marcio ammuffito.

Fu un brutto giorno,

che da lì in poi

cominciò a marcare nella vita

scadenze, responsabilità,

impegni, sacrifici,

bollette e rate del mutuo

talvolta anche a strozzo

se trattasi di tasso variabile…

La vita tentò di tirarsi su

ripetendo:

“diamo tempo al tempo…

il tempo è galantuomo…

il tempo è un gran dottore…”.

Ma poi si rabbuiò ed esclamò:

“ecchecazzo questa non è vita!

il tempo è tiranno

ed è pure nu chilestramurt!”. E vissero tutti,

in questo continuum spazio-tempo,

cornuti e scontenti.

——————

Avevamo tutta la vita davanti.

Ué, anche adesso!

Ok, ma allora era diverso,

c’è sempre qualcosa di diverso

quando cominci i discorsi

con la canonica frase “ai miei tempi”

C’era una città più vivibile,

le strade libere,

niente SUV

(al massimo qualche Topolino scassataall’epoca di Anto e Sandra…),

c’era il Cucciolone e il Cuore di Panna

(quante scorpacciate),

c’era la teleselezione

e le cabine a gettoni,

c’era solo la Standa,

c’era solo mamma Rai

con l’antennone

di inizio e fine trasmissioni,

c’era una reale aggregazione,

c’era pane zucchero e olio degli zii,

c’era la focara del nonno

e le patatine fritte della nonna,

c’erano i giochi della gioventù,

c’era nomi cose città,

c’era il gioco della campana,

c’era 1 2 3 stella e palla avvelenata,

c’erano le escursioni selvagge in bici

per vicoli e contrade

con le nostre ginocchia incerottate

e l’espressione convinta da Easy Rider,

c’era lo schiaffo del soldato,

c’erano le fontane in ghisa,

c’erano i nostri papà coi basettoni,

c’erano le nostre mamme

con le raccomandazioni,

c’era il primo borsellino per la scuola

con i coloretti dentro,

c’era l’odore di cucinato

appena entravi in casa,

c’erano le lucciole di notte

e il canto delle cicale di giorno,

c’era l’odore del mare

per tre mesi filati di vacanza,

c’era la prima cotta,

c’era la spensieratezza e il cazzeggio

e ancora tempo per il disimpegno,

c’era la maturitàe la notte prima degli esami,

c’era il primo interesse politico,

c’era chi ci ha creduto

e persino chi ci crede ancora,

c’era che… più giovani di così non si poteva,

c’era… che c’era?

C’era una volta

e poi non c’è più…

C’è che oggi,

vecchio bacucco che non sei altro,

qualcuno potrà dire di te

uno dei termini più urticanti

nel dizionario della lingua italiana,

che sei un tipo giovanile…

E c’è che se ti guardi indietro

potresti anche azzardare

l’esclamazione in plurale maiestatis:

“eravamo felici e non lo sapevamo”!

Giorni infuocati!

E chi se lo sarebbe aspettato che dopo una settimana senza picchi sarebbe venuto fuori un fine settimana così intenso!

Venerdì a festeggiare il nanerottolo per il suo onomastico, che per aver compreso perfettamente la differenza col compleanno si cantava da solo “Eppi burdai tu iu”. E nessuno commenti la pronuncia da affinare: è già bravino rispetto a tanti adulti che conosco 🙂

Allegra passeggiata al luna park dove le 120 attrazioni nulla hanno potuto rispetto alla incommensurabile emozione di aver incontrato lungo la strada nientepopodimenoche TOPOLINO! Un tizio antipatico e scontroso che cercava di venderti foto con tuo figlio abbracciato a Topolino e che non si muoveva nemmeno un pò a compassione di fronte ad un duenne impazzito per la visione del suo grande amico d’avventura! Nemmeno un cenno quando il suddetto nano, costretto ad allontanarsi dall’asociale topo gli ha gridato con tutto il fiato che poteva : “SEI BELLISSIMO!” Fortuna che i bambini non vedono la povertà d’animo degli adulti.

Sabato poi grande giornata in condivisione. A casa nostra eravamo 7 adulti e 6 bambini tra i 2 e gli 11 anni. E diversamente dalle aspettative la casa non è stata proprio devastata. Anzi, abbiamo trascorso una giornata davvero piacevole, talmente piacevole che invece di salutarci verso le 21 abbiamo deciso di prolungare l’esperiemento fino a mezzanotte ed oltre.

Domenica di gran riposo fino al pomeriggio, quando abbiamo deciso di andare da una coppia di amici che a breve diventerà un trio.

E oggi eccomi qui…serena e agitata, perchè a conclusione di tutto questo cielo azzurro è arrivato un piccolo temporale che speriamo presto finisca: mia zia, la mia seconda mamma, si è rotta malamente un piede, nella casa al mare, in cui era con la mia nonnina non più tanto autosufficiente. Oggi, dopo il programma volerò da loro..sperando di poter fare qualcosa …

A presto e buon lunedì.

Sandra

Proprio tu

Leggevo righe scritte da un amico che si descriveva come figlio e ho pensato ai suoi genitori; che non conosco, ma che dopo alcuni decenni dalla nascita di quell’erede, vengono nominati in uno scritto come tanti. Come io tante volte ho menzionato mia madre o mio padre. Un giorno, tanto tempo fa,  il presente era loro, io ero il futuro e come tale ancora lontano. Quanto poteva essere difficile, per mia madre, guardandomi negli occhi, immaginare chi sarei diventata, che lavoro avrei fatto, e quanto avrebbe voluto tenerlo ben distante quel futuro, per stringere più forte quel presente, fatto di sensazioni tutto sommato semplici, nella loro straordinarietà.

Ed eccomi qui, donna e mamma, tornare bambina solo quando la MIA mamma mi guarda e mi dice che sembro una creatura..

Oggi guardo mio figlio, e potrei farlo per ore, perchè è vero che, come dicono gli scienziati, guardare il proprio figlio fa sentire bene, forse sarà l’ossitocina…

bè, lo guardo, ascolto le sue frasi sempre più sorprendenti e spero che il tempo non passi così in fretta perchè domani probabilmente non sarà così naturale, per lui, dirmi esattamente quello che sente.

Vorrei fermare il tempo ad oggi, quando mi corre incontro per dirmi: “Mamma, sei tutta mia e io sono tutto tuo. Mamma sono felice”.

Anche io lo sono, tesoro mio. Sono felice che tu sia proprio tu.

Sandra

Cin-sè-sett-ott

E’ un ballo inesorabile, che si fa da soli, utilizzando anche solo la parte di sopra del corpo e sicuramente le dita di una mano, a volte un pugno.

Ondeggi a sinistra, ondeggi a destra, alzi l’altro braccio, cambi collocazione, ti orienti meglio, e i risultati si vedono.

Cervicale da 3 settimane che mi illude di andarsene e poi ritorna, l’infame, a bloccare i miei movimenti. Così sembro molto più tronco e poco leggiadra fanciulla.

Tutto questo per il ballo dell’aria condizionata.

E dicevano che il movimento fa bene..

Sandra

Perchè è una brava ragazza…

Quanti compleanni in questi giorni! E quindi..quanti gemelli che poi sono anche due quindi…quanti gemelli al quadrato!!

🙂

Auguri per ieri alla mia amica Marina

Auguri per domani a Mary Mitika che ultimamente passa di qui raramente ma è sempre all’ascolto

Auguri per domenica 14 a Chicca Clone (e un pò anche a me, chè se lei è clone un motivo ci sarà…)

Auguri per il 17 alla mia amica storica Antonella

E già che siamo in tema di auguri naturalmente  buon onomastico a chi festeggia domani 13 giugno S. Antonio…e quindi anche la mia amica Antonellina Caramix e il mio collegone Antonio Malerba.

E ora..brindiamooooooooooo

Sandra in modalità week end 😉

Lista della spesa

Ho sonno, tanto sonno;

oggi festeggio una settimana di torcicollo: si deve essere affezionato, ma io non voglio animali in casa, e naturalmente fa caldissimo e io devo portare la sciarpa;

naturalmente non so cosa mettermi la mattina (e nemmeno il pomeriggio o la sera);

tanti compleanni in pochi giorni e zero tempo per comprare regali;

la ciocca di capelli che il parrucchiere mi ha fatto più lunga ormai è evidentissima: posso solo fare finta che sia un mio vezzo;

vi risparmio la lagna sulla linea, la prova bikini ecc..ecc..

Meno male che il Capitano ha deciso di farmi un bel regalo quest’anno: domenica si va a Capri 🙂

Sandra

Solo un uomo

fabi1

 Oggi Niccolò Fabi mi ha invitata ad ascoltare il singolo  di cui sotto leggete il testo.

Per chi non sa se stare fuori o dentro perchè ciasciuna scelta comporta delle rinunce.

Fuori o dentro 

 Visto da qui tutto tutto sembra lontano
convulso e insensato agitato per niente
come fosse distratto e indifferente
a cio che e’ importante

visto da qui e’ solo il vuoto che urla
il pensiero scucito dalla realta’
passanti qualunque in una strada qualunque
la mia citta’

sara’ anche che il gioco si cambia da dentro
ma alla fine e’ giocare che ti cambia dentro
sara’ anche che spesso lontano dal centro
ognuno si scopre un nuovo talento

magari fuggire non e’ la soluzione
magari fuggire e’ una resurrezione
e’ come sfidare il niente
stare qui

io non so se ritornare
quale vuoto sia peggiore
se avro’ forza per trattare
se il mio compito e’ di stare
fuori o dentro

visto da qui e’ solamente una parte
davvero convinta di essere tutto
dove non c’e’ piu’ urgenza c’e’ solo la fretta
e l’affanno e’ un respiro che non si rispetta

a volte un’isola e’ la cura del tempo
a volte un’isola e’ solo isolamento
e’ come cadere al buio
scegliere

io non so se ritornare
quale vuoto sia peggiore
se avro’ forza per trattare
se c’e’ piu’ coraggio a stare
fuori o dentro

P.S. Le foto non gli rendono giustizia; sapevo che avesse gli occhi azzurri, ma non che avesse due fantastici occhi azzurri.

Bello!

Sandra